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Criptovaluta

valuta digitale che utilizza la crittografia per il conseguimento delle sue funzioni di base

Il vocabolo criptovaluta è l’italianizzazione dell’inglese cryptocurrency e si riferisce ad una rappresentazione digitale di valore basata sulla crittografia. L’etimologia del vocabolo deriva dalla fusione di “cryptography” (crittografia) e “currency” (valuta): la traduzione corretta è dunque crittovaluta e si tratta di un asset digitale paritario e decentralizzato.

Le crittovalute (o criptovalute) utilizzano tecnologie di tipo peer-to-peer (p2p) su reti i cui nodi risultano costituiti da computer di utenti, situati potenzialmente in tutto il globo. Su questi computer vengono eseguiti appositi programmi che svolgono funzioni di portamonete. Non c’è attualmente alcuna autorità centrale che le controlla. Le transazioni e il rilascio avvengono collettivamente in rete, pertanto non c’è una gestione di tipo “centralizzato”. Queste proprietà uniche nel loro genere, non possono essere esplicate dai sistemi di pagamento tradizionale.

Il controllo decentralizzato di ciascuna criptovaluta funziona attraverso una tecnologia di contabilità generalizzata (DLT)[1], in genere una blockchain, che funge da database di transazioni finanziarie pubbliche.

StoriaModifica

Sono state definite oltre trenta diverse specifiche e protocolli per lo più simili o derivate dal Bitcoin. Dal 2009 dopo l’avvento di questa moneta sono nate nel mondo tutta una serie di criptovalute, subito ribattezzate altcoin (alternative coin, ovvero monete alternative a quella originale), che si differenziano per alcuni aspetti, e utilizzano un sistema differente dalla blockchain. Le altcoin puntano su caratteristiche che Bitcoin, secondo gli sviluppatori di codeste, non possiederebbe.[2]

La tecnologia di blockchain non è ancora stata chiarita del tutto dal punto di vista legale e legislativo, ma i governi stanno cercando di andare nella direzione di un progressivo aggiornamento: nel 2017, per esempio, lo stato del Nevada, Stati Uniti, ha approvato una legge per la completa liberalizzazione della blockchain[3].

Questa visione non è condivisa da tutti però: per esempio sempre negli Stati Uniti, lo stato di New York ha imposto leggi molto ferree per chi faccia uso di questa tecnologia per scambi monetari, con una condanna anche di espulsione dallo stesso stato.[3]

Alcuni stati, tra cui il Giappone, hanno riconosciuto al Bitcoin corso legale, e dunque in questi stati può essere usato legalmente al posto della valuta locale.[4]

La maggior parte delle criptomonete sono progettate per introdurre gradualmente nuove unità di valuta, ponendo un tetto massimo alla quantità di moneta che sarà in circolazione. Ciò viene fatto sia per imitare la scarsità (e il valore) dei metalli preziosi, sia per evitare l’iperinflazione.

Comparate con le valute ordinarie gestite dagli istituti finanziari o tenute come contante, le criptomonete sono meno suscettibili a confische da parte delle forze dell’ordine. Le transazioni effettuate con le criptomonete offrono un buon[5] livello di privacy, grazie alla caratteristica di pseudonimia degli utilizzatori. Il livello di privacy varia a seconda del protocollo utilizzato, ed è totale per quelle criptovalute (quali Monero, Dash, Zcash) che utilizzano il sistema di validazione “zero knowledge“, grazie al quale non viene scambiata nessuna informazione delle parti.

Alcuni ricercatori hanno trovato vulnerabilità nell’implementazione del protocollo usato da Monero[6], in particolare sono stati in grado di ricostruire la storia delle transazioni avvenute sulla catena di Monero fino a Gennaio 2017.

Attacchi simili sono stati portati a compimento anche nei confronti di Dash e Zcash[7].

Per quanto riguarda l’Italia, una definizione di criptovaluta ci è attualmente offerta dalla normativa (AML, V direttiva), che descrive la crittovaluta come una “rappresentazione di valore digitale che non è emessa o garantita da una banca centrale o da un ente pubblico, non è necessariamente legata a una valuta legalmente istituita, non possiede lo status giuridico di valuta o moneta, ma è accettata da persone fisiche e giuridiche come mezzo di scambio e può essere trasferita, memorizzata e scambiata elettronicamente.”

Per quanto concerne la Blockchain, è stata riconosciuta all’interno dell’ordinamento giuridico italiano con la Legge 12 dell’11 Febbraio 2019, all’interno della quale è stata altresì riconosciuto il valore legale di ogni informazione registrata su di essa. Nella stessa Legge si fa riferimento agli Smart Contract, mentre non viene riconosciuta alcuna ulteriore definizione di criptovaluta.

Principali crittovaluteModifica

  • Bitcoin (BTC o XBT), nata a gennaio 2009, basata sul protocollo proof-of-work, è la prima criptomoneta per valore, la prima ad essere conosciuta in massa, e ad essere riconosciuta come forma di pagamento da diversi siti Internet, nonché commercianti.
  • Ethereum (ETH), piattaforma rilasciata nel 2015, prevede l’esecuzione di smart contracts tramite la rete peer-to-peer. La potenza computazionale messa a disposizione sulla rete viene convertita nell’unità di conto denominata Ether.
  • Ripple (XRP), dove l’XRP è la criptovaluta decentralizzata creata come token antispam sulla rete di Ripple, che ha il 20% dei nodi di distribuzione. La rete si pone come competitore del protocollo SWIFT, e il fine ultimo è quello di agire sugli scambi monetari bancari. Garantisce un’alta velocità sulle transazioni (1500/s, al 06 ottobre 2017).
  • Bitcoin Cash (BCH), frutto del fork sulla rete Bitcoin eseguito il 01 agosto 2017, che prevedeva l’aumento della dimensione dei blocchi da 1 a 8 MB.
  • Litecoin (LTC), che rispetto al Bitcoin elabora un blocco ogni 2.5 minuti (contro i 10 minuti del Bitcoin) e produce scryptnell’esecuzione del proof-of-work.
  • Monero (XMR), criptovaluta che punta alla privacy degli utenti, non avendo una blockchain pubblica.
  • Waves (WAVES), criptovaluta fulcro di un progetto che prevede un exchange monetario (sia di moneta FIAT che criptovalute) decentralizzato, ovvero basato sulla rete p2p. Dà ai suoi utenti la possibilità di creare token monetari senza alcuna nozione di programmazione e nel futuro è prevista l’introduzione degli smart contracts. Attualmente, tramite il protocollo Waves-NG, è la blockchain decentralizzata più veloce, potendo gestire 1000 transazioni al secondo contro le 7 al secondo del Bitcoin.
  • IOTA (IOTA), un token crittografico di nuova generazione, creato per essere lightweight e venire utilizzato nei pagamenti automatici che i dispositivi intelligenti effettueranno nell’Internet delle cose. IOTA è programmato in ternario e ha un tangle al posto di una blockchain, il che lo rende infinitamente scalabile e rimuove la necessità di avere costi di transazione.
  • Neo, garantisce rendite passive a tutti i suoi possessori tramite la distribuzione gratuita di Token Gas. Inoltre Neo non presenta alcun costo di transazione. Attualmente (Maggio 2018) neo è nella top 10 delle criptovalute per capitalizzazione di mercato.
  • Cardano
  • Stellar
  • Tezos
  • EOS– criptovaluta di tipo ethereum del progetto eos.io di applicazioni decentrate
  • Zcash
  • Dash (criptovaluta)
  • The DAO

ArchitetturaModifica

BlockchainModifica

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Blockchain.

La validità delle monete di ciascuna criptovaluta è fornita da una blockchain. Una blockchain è un elenco di record in continua crescita, chiamati blocchi, che sono collegati e protetti usando la crittografia.[8]

Ogni blocco contiene, in genere, un puntatore hash come collegamento a un blocco precedente,[8] una marca temporale e dati sulle transazioni.[9] Per costruzione le blockchain sono intrinsecamente resistenti alle modifiche dei dati. È “un registro aperto e distribuito che può registrare transazioni tra due parti in modo efficiente e in modo verificabile e permanente”.[10] Per l’utilizzo come libro mastro distribuito, una blockchainviene generalmente gestita da una rete peer-to-peer che aderisce collettivamente a un protocollo per la convalida di nuovi blocchi. Una volta registrati, i dati in un dato blocco non possono essere modificati retroattivamente senza la modifica di tutti i blocchi successivi, il che richiede la collusione della maggioranza della rete.

Una blockchain è sicura per costruzione ed è un esempio di un sistema di calcolo distribuito con elevata tolleranza agli errori. Risolve il problema di doppia spesa senza la necessità di un’autorità attendibile o di un server centrale.

Il tempo di blocco è il tempo medio impiegato dalla rete per generare un blocco aggiuntivo nella blockchain.[11] Alcune blockchain creano un nuovo blocco con frequenza ogni cinque secondi.[12]

Marcature temporaleModifica

La marcatura temporale (time stamping)garantisce data e ora certi per un documento informatico al momento della sua apposizione.

Il servizio di marcatura temporale di un documento informatico, consiste nella generazione, da parte di una Autorità di Certificazione, di una firma digitale del documento (anche aggiuntiva rispetto a quella del sottoscrittore) cui è associata l’informazione relativa ad una data e ad un’ora certa.[13]

Le criptovalute utilizzano vari schemi di marcature temporale per evitare la necessità di una terza parte attendibile per le registrazioni di timestamp aggiuntive alla blockchain.

Schema proof-of-workModifica

Il primo schema di timestamp inventato fu lo schema di proof-of-work. Gli schemi di proof-of-work più utilizzati sono basati su SHA-256e scrypt.[14]

Proof-of-stake e schemi combinatiModifica

Alcune criptovalute usano uno schema combinato di proof-of-work / proof-of-stake. Il proof-of-stake è un metodo per proteggere una rete di criptovaluta e una certa quantità di valuta di loro proprietà. È diverso dai sistemi di proof-of-work che eseguono algoritmi di hash complessi per convalidare le transazioni elettroniche. Lo schema dipende in gran parte dalla moneta, e al momento non esiste una forma standard.

MiningModifica

Hashcoin mine

Il mining si presenta come uno strumento per la convalida delle transazioni nella rete di una criptovaluta. Il miner è un individuo o società che investe potenza di elaborazione per ottenere come ricompensa una parte della stessa criptovaluta. La ricompensa diminuisce le commissioni di transazione creando un incentivo per contribuire alla potenza di elaborazione della rete. La velocità di generazione degli hash, che convalidano qualsiasi transazione, è stata aumentata dall’uso di macchine specializzate come FPGA e ASIC che eseguono algoritmi di hashing complessi come SHA-256 e Scrypt.[15] Questa continua “corsa agli armamenti” per macchine meno costose ma efficienti è attiva dal giorno in cui la prima criptovaluta, Bitcoin, è stata introdotta nel 2009.[15] Con più persone che si sono avventurate nel mondo delle monete virtuali, la generazione di hash per questo tipo di convalida è diventata molto più complessa nel corso degli anni, con i minatori che devono investire ingenti somme di denaro impiegando più ASIC ad alte prestazioni. Pertanto, il valore della valuta ottenuta per trovare un hash spesso non giustifica la quantità di denaro speso per l’installazione delle macchine, le strutture di raffreddamento per superare l’enorme quantità di calore che producono e l’elettricità necessaria per gestirle.[15][16]

Alcuni minatori utilizzano la rete per condividere il carico di lavoro. Una quota viene assegnata ai membri di questo “pool” minerario in base alla quantità di lavoro svolto e presentando una proof-of-work parziale valida.

Date le preoccupazioni economiche e ambientali associate al mining, varie criptovalute che superano il sistema di mining sono in fase di sviluppo attivo.[17][18][19] A differenza delle blockchain convenzionali, alcune criptovalute con grafo aciclico orientato utilizzano un sistema di pagamento anticipato, in cui ciascun account esegue calcoli leggermente pesanti su due transazioni precedenti come verifica. Altre criptovalute come Nano utilizzano una struttura a reticolo a blocchi in cui ogni singolo account ha la propria blockchain. Con ogni account che controlla le proprie transazioni, non è richiesto il tradizionale mining di proof-of-work, consentendo transazioni istantanee e senza costi.[20]

A partire dal febbraio 2018, il governo cinese ha bloccato il commercio di valuta virtuale, ha vietato le ICO e ha interrotto l’attività di mining. Alcuni miner cinesi si sono trasferiti in Canada. Secondo un rapporto del febbraio 2018 di “Fortune”,[21] l’Islanda è diventata un paradiso per i minatori di criptovaluta a causa della sua elettricità a basso costo. I prezzi sono contenuti perché quasi tutta l’energia del paese proviene da fonti rinnovabili, spingendo più aziende minerarie a prendere in considerazione l’apertura di operazioni in Islanda. La compagnia energetica della regione afferma che il bitcoin mining sta diventando così popolare che nel 2018 il paese utilizzerà probabilmente più elettricità per estrarre le monete che per dare elettricità alle case. Ad ottobre 2018 la Russia diventerà la sede di una delle più grandi operazioni di estrazione legale del mondo, situata in Siberia. Più di 1,5 milioni di russi sono impegnati nell’estrazione domestica. Le risorse energetiche e il clima della Russia forniscono alcune delle migliori condizioni per l’estrazione di criptovalute.[22] Nel giugno del 2018, Hydro Quebec propose al governo provinciale di destinare 500 MW alle compagnie cripto per il mining.[23]

Nel marzo del 2018, una città nella parte settentrionale dello Stato di New York mise una moratoria di 18 mesi su tutte le miniere di criptovalute, nel tentativo di preservare le risorse naturali e il “carattere e la direzione” della città.[24]

AnonimatoModifica

Bitcoin presenta un buon livello di anonimato in quanto la criptovaluta all’interno di un portafoglio virtuale non è legata alle persone, ma piuttosto a una o più chiavi specifiche (o “indirizzi”).[25] In tal modo, i proprietari di bitcoin non sono identificabili, ma tutte le transazioni sono pubblicamente disponibili nella blockchain.[25]

Agli inizi del 2018, la Corea del Sud ha vietato le transazioni anonime in criptovalute, obbligando gli intermediari di pagamento a rigettare o terminare qualsiasi transazione che non permetta di verificare la controparte e la legittimità dei fini dello scambio e del reperimento delle risorse finanziarie.[26][27]

Approfondimenti economiciModifica

Le Criptovalute vengono principalmente utilizzate su internet attraverso circuiti esterni al sistema bancario, ponendosi come alternativa ai tradizionali sistemi di pagamento e di riserva di valore. Pur essendo questi sistemi di scambio ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, la capitalizzazione di mercato delle Criptovalute ha superato i 450 miliardi di USD a Maggio 2018.[28]

Andamento della capitalizzazione di mercatoModifica

Nel 2017 si è verificato un incremento della capitalizzazione di mercato da 30 a 800 miliardi di USD. Nel primo trimestre del 2018 la capitalizzazione è scesa fino a 400 miliardi di USD.

Competizione tra CriptovaluteModifica

A Maggio 2018 oltre 1600 Criptovalute vengono scambiate su vari exchange.[29]

Categorie: News

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